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31 luglio 2020

Ristoratori Lombardi beffati in piena emergenza Covid-19 dalla Regione: Confesercenti chiede un confronto urgente.

Agriturismi

Ristoratori Lombardi beffati in piena emergenza Covid-19 dalla Regione: nell’assestamento di bilancio si nasconde l’emendamento che estende la soppressione del limite giornaliero dei pasti somministrabili da 20 a oltre 150 giornate all’anno. Confesercenti chiede un confronto urgente.

Mentre un ristorante su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato e oltre uno su cinque teme direttamente la chiusura per la crisi derivante dall’emergenza Corona-Virus, il Consiglio regionale della Lombardia decide di sopprimere la soglia massima dei pasti giornalieri somministrabili negli agriturismo per le giornate di Venerdì, Sabato e Domenica, con l’entusiastico supporto dell’Assessore all’agricoltura Fabio Rolfi, che annuncia per settembre una nuova misura a favore di queste strutture: un contributo a fondo perduto per ristorare le perdite subite durante il lock-down.

La novità normativa, approvata con un emendamento riproposto all’ultimo nell’ambito di un provvedimento che esulava totalmente dalla materia – l’Assestamento di Bilancio regionale – e senza alcun preventivo confronto con le Associazioni delle imprese della ristorazione, è in verità solo l’ultima di una serie di disposizioni con cui la Regione ha progressivamente ampliato i margini di operatività di circa 1600 agriturismo lombardi, senza troppo curarsi delle conseguenze per oltre 22.000 ristoranti attivi nella regione, che purtroppo non possono avvalersi dei numerosi e sostanziosi vantaggi di cui godono i loro “cugini di campagna” (tra cui contratti di lavoro meno onerosi, tenuta contabile semplificata, nonché tassa rifiuti e IVA ribassate).

Raddoppiati i posti letto ed estesa la recuperabilità dei pasti giornalmente non somministrati su base annuale anziché settimanale nel Giugno 2019 – nonostante la forte contrarietà di Confesercenti – nel Novembre successivo la Regione ha deciso – senza più alcun confronto preventivo con la categoria –  dapprima di sopprimere il limite giornaliero di pasti somministrabili per 20 giorni all’anno (nei fatti l’unico criterio minimamente idoneo a evitare un abuso del sistema del recupero pasti su base annuale) e dunque –  col deflagrare dell’emergenza Corona-Virus – di autorizzare la vendita per asporto e la consegna a domicilio, arrivando infine a estendere la soppressione del limite giornaliero di pasti somministrabili per oltre 150 giorni all’anno.

«E' difficile comprendere favoritismi da parte di Regione Lombardia solo verso alcuni comparti quali le strutture Agrituristiche, tanto più in un momento di profonda crisi per il comparto della ristorazione» dichiara Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti regionale Lombardia. «Ricordiamo all’Assessore all’Agricoltura Rolfi  che L’attività di somministrazione costituisce l’unica fonte di reddito per la ristorazione, a differenza di quanto dovrebbe avvenire per quelle aziende agricole che dovrebbero proporla solo rispettando un rigoroso “rapporto di connessione” con la loro diversa attività caratteristica». «Chiediamo con forza all’Assessore Allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, di far valere il suo ruolo di garante nei confronti delle imprese della ristorazione lombarda, convocando un tavolo di confronto urgente per rimediare quanto prima a questa deriva».

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